Privacy e Social: la guida del Garante si aggiorna


In un’epoca in cui la distinzione tra vita digitale e vita reale è sempre più sfumata, se non inesistente, la gestione dei nostri dati personali sui social network è diventata una priorità cruciale. Ciò che accade online ha un impatto crescente sulla nostra quotidianità e sui rapporti interpersonali.

“Vita digitale e vita reale si sovrappongono molto spesso. Quello che scriviamo e le immagini che pubblichiamo sui social hanno quasi sempre un riflesso diretto sulla nostra vita di tutti i giorni e nei rapporti con amici, familiari, compagni di classe, colleghi di lavoro. Ed è bene ricordare che l’effetto può non essere necessariamente immediato, ma ritardato nel tempo.”

Se da un lato i social media offrono la straordinaria opportunità di semplificare i contatti, favorire lo scambio di informazioni con un vasto numero di persone, ed esprimere idee e talenti, dall’altro amplificano in modo esponenziale i rischi legati all’uso improprio o fraudolento dei dati, esponendo gli utenti a furti di identità, abusi, danni alla reputazione e diffusione di fake news.

Per rispondere a questa complessa realtà e per armare i cittadini di maggiore consapevolezza, il Garante per la protezione dei dati personali ha recentemente pubblicato l’edizione aggiornata della sua fondamentale guida (già pubblicata nel 2009 e rinnovata nel 2016): “Social privacy. Come tutelarsi nell’era dei social media”.

Questa iniziativa, annunciata il 14 novembre 2025, è specificamente mirata ad accrescere la consapevolezza di giovani e adulti, fornendo strumenti di tutela essenziali e chiarendo i diritti di ciascuno. La guida mantiene una struttura agile, pensata per una diffusione e un facile utilizzo, arricchita da una serie di “avvisi ai naviganti” e consigli pratici.

Il modello economico dei Social

Il Garante ricorda come l’evoluzione costante della tecnologia e del mondo delle reti sociali richieda un monitoraggio attento per proteggere sia i giovani che gli adulti.

Molti utenti si interrogano su come piattaforme apparentemente “gratuite” possano essere tra le aziende più ricche del mondo. La risposta risiede nel modello di finanziamento basato sulla vendita di pubblicità mirate. Il vero valore di queste imprese è strettamente legato alla loro capacità di analizzare dettagliatamente i profili degli utenti, inclusi abitudini, interessi, rete di contatti e interazioni. In altre parole, il servizio è “pagato” con i nostri dati personali, utilizzati per prevedere comportamenti, scelte e futuri acquisti, e rivenduti a chi intende promuovere attività commerciali o influenzare opinioni. Pertanto, un servizio online gratuito nasconde spesso l’utilizzo, e talvolta lo sfruttamento, dei nostri dati.

È fondamentale chiedersi sempre: “Ma io, fornendo i miei dati personali, sto facendo un buon affare?”.

La tutela rafforzata dei minori

I pericoli della rete si amplificano in misura esponenziale quando gli utenti sono giovani e tendenzialmente immaturi. La scarsa consapevolezza delle conseguenze di un “click” e gli effetti che un uso improprio dell’immagine o l’esposizione a determinati contenuti possono avere sulla formazione della personalità rendono i minori particolarmente vulnerabili.

Per questo motivo, la normativa sulla privacy accorda ai minori una tutela rafforzata. Il Regolamento europeo sulla protezione dati (GDPR) stabilisce che il trattamento dei dati di giovani con meno di 16 anni, nell’ambito dei servizi della società dell’informazione, è lecito solo se autorizzato o prestato dai genitori o da chi esercita la responsabilità genitoriale. In Italia, questo limite è stato fissato a 14 anni. Inoltre, le informazioni fornite ai minori su come i loro dati sono trattati devono essere redatte con un linguaggio semplice, chiaro, conciso e facilmente accessibile, in modo che il minore sia realmente consapevole.

L’attività del Garante si è concentrata in questi anni sulla sensibilizzazione delle piattaforme affinché adottino sistemi efficaci di verifica dell’età. L’Autorità ha ottenuto risultati significativi, come l’eliminazione di oltre mezzo milione di profili di minori sotto i 13 anni da TikTok nel 2021. Inoltre, l’attenzione è stata rivolta ai sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale: è stato bloccato il sistema Replika a causa della carenza di adeguati sistemi di verifica dell’età e della natura dei contenuti offerti, spesso inadatti ai minori (inclusi contenuti sessualmente espliciti). Anche nei confronti di ChatGPT sono state adottate misure affinché si mettesse in regola con la normativa europea sulla privacy e si dotasse di sistemi appropriati di verifica dell’età.

Le frontiere del rischio digitale

La guida aggiornata offre anche un breve dizionario per comprendere i fenomeni di rischio più attuali:

Avvisi ai Naviganti e 15 consigli pratici

La sezione “Avvisi ai naviganti” ci ricorda che il web non è affatto un “Far West” senza regole. Le norme che tutelano dalla diffamazione, dalla violazione della dignità o dall’uso improprio dei dati personali valgono online come nella vita reale.

Inoltre, è cruciale capire che quando inseriamo dati su un social network, ne perdiamo il controllo: i dati possono essere registrati, rielaborati e diffusi, anche a distanza di anni (il concetto di “Per sempre o quasi”). Infine, il mito dell’anonimato è spesso una chimera: non è difficile risalire all’identità di chi pubblica contenuti con intenti criminosi.

La guida si conclude con 15 consigli pratici per una navigazione sicura e consapevole, tra cui spiccano:

Un’ultima riflessione

Il Garante ci invita a una riflessione profonda, ponendo domande dirette a tutti gli utenti:

Il messaggio del Garante è chiaro: la protezione dei dati personali non è un privilegio, ma un baluardo contro l’ingenuità dei consumatori.

La guida “Social privacy” è lo strumento fondamentale per comprendere e difendere questo baluardo, trasformando l’utilizzo dei social network da rischio inconsapevole a opportunità gestita. Come un buon gestore di portafoglio ti aiuta a investire con cautela, il Garante, tramite questa guida, ci aiuta a investire i nostri dati, la nostra risorsa più preziosa, con la massima prudenza.

Scarica la guida del Garante: “Social Privacy”


Avvocato Lucio Di Biase

Lucio Di Biase

Avvocato

Telefono: +39 335 325917

E-mail: info@studiolegaledibiase.it

Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Lanciano, negli ultimi venti anni l’Avv. Lucio Di Biase ha aiutato privati, professionisti, imprese, cooperative ed enti pubblici a risolvere i più comuni problemi legali, prestando attività di consulenza e assistenza nelle principali aree del diritto civile e nel relativo contenzioso, su tutto il territorio nazionale.
Dal 2014 al 2021 è stato consulente e legale esterno dell’ Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale (ATER) di Lanciano (CH) per il recupero dei crediti nei confronti degli assegnatari di alloggi di ERP a titolo di canoni di locazione degli immobili strumentali di proprietà dell’Ente e per il rilascio forzoso dei medesimi.
E’ autore di articoli di approfondimento giuridico pubblicati sul sito dello Studio, con particolare attenzione ai temi della privacy, dell’intelligenza artificiale e dell’evoluzione normativa.



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